Articolo di Mariagiovanna Rigamonti

L’emergenza Covid-19 con il conseguente lockdown, ci ha costretti a cambiare modalità di lavoro. Abbiamo imparato velocemente a lavorare in Smart Working e a comunicare a distanza.

Rispondono i nostri collaboratori:

Maurizio: Responsabile Vendite Italia

Anna: Ufficio del Personale e Qualità

Roberta: Ufficio Commerciale Estero

Gabriella: Ufficio Commerciale Italia

Lorena: Ufficio Amministrazione


  • Come avete vissuto il momento iniziale?

 Maurizio: Inizialmente non è stato semplice dover modificare le nostre abitudini professionali. Passare dal mondo reale a quello virtuale, con il supporto di alcune piattaforme web, ha certamente stravolto i nostri metodi di lavoro ma nello stesso tempo non ci ha allontanati da nessuno, abbiamo sempre mantenuto i nostri contatti con tutti.

Tuttavia è andata meglio dopo una conoscenza dell’utilizzo di questi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia corrente, una tecnologia che ci ha permesso di raggiungere tutti gli operatori di settore stando nelle proprie abitazioni.

Anna: Preoccupazione di non avere a disposizione gli strumenti necessari.

Roberta: L’ho vissuto come un momento di positiva novità e “possibilità di fare” in un momento di stallo.

 Gabriella: La mia perplessità iniziale è stata di capire se da remoto riuscissi a svolgere i lavori che abitualmente faccio in ufficio dove, ad esempio, è spesso necessario consultare documenti cartacei o confrontarsi, sull’immediato, con altre aree aziendali, come ufficio tecnico o assistenza.

Lorena: Io ho lavorato molto poco con questo nuovo strumento dello Smart Working; sicuramente può essere utile per il futuro nei momenti di difficoltà come quelli che abbiamo vissuto.


  • Quali sono le difficoltà/criticità che avete dovuto affrontare?

Maurizio: Direi nessuna se non quella di doversi organizzare da remoto come nuovo metodo di lavoro da casa e non poter condividere l’ambiente lavorativo reale a cui eravamo abituati.

Anna: Problemi di connessione e PC non adatto.

Roberta: Solo l’impossibilità di parlare “faccia a faccia” coi colleghi e la gestione di alcuni lavori cartacei. 

Gabriella: Difficoltà vere e proprie non ne ho riscontrate. E’ necessario comunque precisare che ho potuto iniziare subito l’attività in smart working perché avevo già collegamenti internet e smartphone.

Inoltre, cosa fondamentale per l’area lavorativa in cui opero, è stata avere i colleghi che lavoravano dalla sede che mi supportavano in operatività che non potevo svolgere da casa.

Preciso anche che, nonostante si pensi che non sia quasi più necessario stampare i documenti come e-mail, comunicazioni, ecc., ho dovuto richiedere il supporto dall’ufficio per ovviare a questa mancanza. Una criticità la possiamo trovare nell’utilizzo di sistemi informatici che potrebbero non essere totalmente protetti con antivirus adeguati.

Lorena: Credo fermamente che l’azienda sia sostenuta e vissuta dalle persone, pertanto un lungo periodo di lavoro a distanza può essere utile, ma non potrà mai sostituire la creatività, il confronto le sfumature che nascono solo nel rapporto personale.


  • In che modo l’azienda vi ha supportato per superarle?

Maurizio: L’azienda è stata presente mettendoci a disposizione gli strumenti di lavoro e dandoci tutte le informazioni relative ai comportamenti di sicurezza da mantenere. 

Anna: Per i due punti sopra indicati ho rimediato comprando strumenti appositi. Poi Lorenzo Vergani mi ha impostato la connessione in remoto e Teams.

 Roberta: Mi ha fornito il software per poter videochiamare i colleghi e mi ha prontamente dato la possibilità di lavorare in digitale su documenti che prima gestivo cartacei.

Gabriella: La cosa positiva è che sono stata fornita di un computer aziendale già configurato per lavoro da remoto.

Lorena: L’azienda ci ha sempre supportato con grande attenzione rispondendo ad ogni nostra esigenza


  • Vi siete sentiti investiti di una maggior fiducia, di una maggior responsabilità?

Maurizio: Certamente, la fiducia è stata un elemento indispensabile per lavorare serenamente, noi d’altro canto abbiamo dimostrato un alto senso di responsabilità per espletare tutte quelle attività che ci coinvolgono nel nostro lavoro.

Per quanto concerne il lavoro virtuale è stato impegnativo allo stesso modo di quello reale. Paradossalmente dovremmo aggiungere che in certi momenti è stato anche più stancante.

Anna: Decisamente fiducia.

Roberta: Sì entrambe: ringrazio l’azienda per la fiducia che ripone in me permettendomi di lavorare da casa; sento la responsabilità di portare avanti il mio lavoro regolarmente e senza ritardi anche da casa.

Gabriella: Fiducia sicuramente

Lorena: Si una maggior fiducia nell’organizzazione in autonomia del lavoro anche se il confronto diretto con l’azienda è utile e continuo per l’impostazione stessa del lavoro


  • Avete sentito l’esigenza di una maggior formazione?

Maurizio: Sinceramente no, con le quantità dei nostri collegamenti abbiamo imparato ad usare meglio questo strumento ma sicuramente potremmo pensare anche di migliorarci, quindi va bene anche un minimo di formazione.

Il futuro ci porterà a riconfigurarci con un nuovo metodo di lavoro che diventerà sempre più tecnologico.

Anna: Non Strettamente per il mio lavoro. Mi sono resa conto di non essere così smart con le piattaforme social ma in realtà non ne uso.

Roberta: Come al solito.

Gabriella:   No

Lorena: La formazione è sempre utile


  • Quali vantaggi avete trovato?

Maurizio: I vantaggi e i benefici sono stati determinati dalla velocità e la facilità di raggiungere i ns. collaboratori senza dimenticare nessuno.

Abbiamo creato i collegamenti con tutti gli operatori di settore, senza dimenticare che l’ufficio ci è stato molto di aiuto per ogni richiesta supportata da una video chat.

Anna: Maggiore concentrazione.

 Roberta: La possibilità di poter essere presente in casa con mia figlia, essendo venuti meno, o essendosi limitati, i servizi che prima usavo per coniugare tempi lavorativi e necessità familiari.

Gabriella: I vantaggi oggettivi sono l’ottimizzazione dei tempi dedicati all’aspetto “passivo” del lavoro, cioè, ad esempio, delle ore impegnate per raggiungere il posto di lavoro in azienda. Anche la riduzione dei costi fissi per l’utilizzo del mezzo di trasporto è senz’altro un aspetto di notevole beneficio, direi anche, per chi come me che utilizza l’auto per spostarsi, dal punto di vista ambientale.

Lorena: Una maggior autonomia nell’organizzazione delle tempistiche lavorative, mentre per le risposte immediate anche con associazioni o assicurazioni o banche sono molto rallentate e difficili da ottenere in tempi brevi


  • Come pensate che lo Smart Working possa essere inserito nell’organizzazione lavorativa anche nei prossimi anni?

Maurizio: Sicuramente la pandemia Covid-19 ha di fatto imposto l’adozione di politiche di Smart Working, costringendoci a lavorare da casa in remoto.

Questo ci ha permesso di conoscere il significato del lavoro agile o flessibile.

La soluzione di adottarlo è sicuramente valida. Fare Business da remoto o per organizzare dei webinar o delle conference è un elemento straordinario.

Anna: Dovrebbe di sicuro essere inserito e proporrei cambio nome: HomeWorking. Smart dà l’idea di un impegno meno importante. Cosa che non è.

Roberta: Credo sia possibile attraverso il processo di smaterializzazione del lavoro di ufficio che è già fortemente in atto e in cui la nostra azienda ha fatto già molti progressi.

Gabriella: Rispondere in breve a questa domanda è un po’ arduo in quanto lo Smart Working tocca diversi aspetti sia della società lavorativa che culturale.

Darei qualche spunto di riflessione in merito:

  • Ci siamo trovati in questa necessità a causa di un’emergenza totalmente inaspettata. Quindi il “lavoro agile” è stato affrontato con strumenti e modalità messe in campo velocemente. Per il futuro, se si pensa di continuare su questa strada, sarà sicuramente necessario avere un approccio più regolamentato e con mezzi più idonei.
  • Probabilmente il posto di lavoro sarà più una “postazione” da utilizzare all’occorrenza e in tempo limitato, dando la possibilità alle Aziende di ridurre gli spazi da occupare per gli uffici.
  • Sarà da considerare anche un sostanziale cambiamento culturale. Essere più a casa a chi porterà vantaggi? Al lavoratore uomo forse molto di più che alle lavoratrici. Alcune analisi statistiche hanno già rilevato una retrocessione di decenni del ruolo della donna nell’ambito della società con il “lavoro da casa”, accentuando gli squilibri già esistenti. Ci saranno anche probabilmente conseguenze economiche rispetto all’indotto. Meno persone si muovono meno consumi.

Lorena: Uno dei rischi che possiamo correre nei prossimi anni, anche attraverso uno strumento come quello dello Smart Working, è di creare una società liquida dove il tessuto aziendale può dissolversi e ricomporsi con mille forme digitali diverse, favorendo l’individualismo diffuso.

Un vantaggio dello Smart Working, potrebbe essere a favore dell’ambiente perché circolando meno persone, migliorerebbe l’inquinamento atmosferico.

In un’organizzazione lavorativa lo Smart Working potrebbe essere inserito per alcune figure nei singoli uffici con una maggior regolamentazione e organizzazione al fine di poter coprire sia le esigenze lavorative immediate d’ufficio, sia le richieste che possono essere evase nel lungo periodo.